La verità sulle bollette elettriche 2014 - 3 - AEF

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Quale strada per aiutare le famiglie italiane a risparmiare?

Ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e la dipendenza dall'estero, solo così potremo riuscire a invertire la curva della spesa per l'energia delle famiglie. Oggi mettere in campo una strategia per perseguire questo obiettivo è fondamentale, in modo da aiutare le famiglie in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo. Per riuscirci occorre cambiare il modo di guardare ai temi energetici perchè se si vuole veramente aiutare le famiglie e le imprese, occorre premiare gli investimenti in efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili e fare in modo che il mercato dell'elettricità funzioni veramente, verificando la concorrenza nell'offerta e premiando le tecnologie più efficienti. 
Elenchiamo di seguito, quattro strategie. 

La prima cosa da fare è, semlicemente, continuare nello sviluppo delle rinnovabili.
Produrre energia rinnovabile da sole, vento, biomasse, acqua, geotermia, permette di sostituire importazioni e produzione da fonti fossili. Sicuramente occorre porre attenzione alla crescita del peso in bolletta, che non deve superare il 15-20%, e intervenire in parallelo sulle diverse voci di costo. 
Continuare nella politica di incentivi alle fonti rinnovabili è più che giusto, per i vantaggi ambientali che generano sostitueno produzioni inquinanti e perchè proprio questa spinta ha innescato investimenti in ricerca applicata, che hanno permesso di ridurre progressivamente il costo degli impianti. Inoltre, questa scelta conviene per i risultati che stanno contribuendo a determinare in termini di produzione (nel 2011 ha superato il 26% rispetto ai consumi totali) e anche di riduzione del costo dell'energia nella borsa elettrica. In queste settimane stiamo assistendo con sempre maggiore evidenza a un cambiamento impressionante nel sistema elettrico italiano. Un esempio è quanto avvenuto il 2/3 Maggio, quando il prezzo del kWh nella Borsa elettrica nella Zona Sud ha toccato lo zero per diverse ore diurne. Merito della produzione da fonti rinnovabili, e in particolare da solare fotovoltaico, con conseguenze sulla riduzione dei costi che si sono viste anche nel prezzo medio nazionale. Un'altra circostanza significativa si è verificatail lunedì di Pasquetta quando, tra le ore 13:00 e le 14:00, il 64% dell'elettricità prodotta in Italia è arrivata delle rinnovabili. Nello stesso momento in Sicilia le rinnovabili hanno fornito il 94% dell'energia elettrica richiesta.  Sono situazioni particolari, che però spazzano via tanti slogan ascoltati in questi anni sulla inutilità e inefficienza delle rinnovabili, e anticipano quanto succederà con sempre maggiore evidenza nei mesi estivi e come stiano già contribuendo a contenere il prezzo dell'elettricità. 
E la crescita delle rinnovabili progredisce ogni mese; a Marzo 2012 il fotovoltaico ha coperto il 6,4% della domanda elettrica italiana, e assieme all'eolico superano il 10%. Secondo Terna per ogni punto percentuale in più in elettricità da rinnovabili il prezzo diminuisce di 2€/MWh. Insomma se vogliamo ridurre il prezzo della bolletta delle famiglie, la ricetta è proprio opposta a quella che il Governo ha proposto con i Decreti che fermano lo sviluppo delle rinnovabili elettriche, e passa anche per l'emanazione dei Decreti per le rinnovabili termiche che si attendono da Settembre 2011 e che potrebbero aiutare le famiglie rispetto alla spesa (assai rilevante) per il riscaldamento. 

Il secondo passo è fare pulizia all'interno delle bollette elettriche. 
Sono diverse le voci che concorrono a formare il costo in bolletta su cui intervenire se si vuole ridurre la spesa per le famiglie. Un esempio sono i diversi oneri che si pagano nella voce "oneri generali di sistema" per la messa in sicurezza dei siti nucleari, per i regimi tariffari speciali alle Ferrovie, ma anch tutti i sussidi legati alle fonti "assimilate" e quindi inceneritori e raffinerie. Oppure gli extra costi per le isole minori (la componente UC4) che in realtà ripagano centrali vecchie e inquinanti in regime di monopolio e che, di fatto, impediscono lo sviluppo di impianti rinnovabili. Ma anche alcune voci di extracosti legati a problemi di rete o di possibili stacchi agli approvvigionamenti, oggi quanto mai improbabili, che si scarinao sulle bollette. Inoltre, se si vuole veramente ridurre il costo legato alle rinnovabli si dovrebbe eliminare la tassazione che pesa su questi impianti, come la Robin Tax e l'Iva dall'incentivazione alle rinnovabili, dal momento che non si tratta di un acquisto di beni o servizi, ma appunto di un meccanismo incentivante, su cui l'imposta di valore aggiunto non dovrebbe essere applicata. E' stato calcolato da un disegno di Legge che interviene su questi punti, presentato dai Senatori Ferrante e Della seta, che le famiglie e le imprese pagano circa 4 miliardi per voci che possono essere cancellate o spostate sulla fiscalità generale. 

Il terzo intervento necessario riguarda la garanzia di una vera concorrenza nel mercato elettrico in modo da controllare e evitare cartelli sui prezzi. 
Nelle ultime settimane sta infatti accadendo una anomalia nella borsa elettrica che si può spiegare solo con un accordo tra produttori per far risalire il prezzo nelle ore serli e recuperare i guadagni che il fotovoltaico sta ogni giorno di più erodendo. E' un dato di fatto, i 13 GW di potenza solare installata stanno facendo sentire fortemente il loro peso soprattutto al picco della domanda elettrica (e del costo alla borsa), ossia dopo le 11 di mattina, producendo energia dal sole a costo zero. La conseguenza è che questo picco nella borsa elettrica non esiste più, perchè si è ridotta la domanda di energia da centrali termoelettriche, mentre si sta verificando un clamoroso aumento di sera, verso le 18:00-20:00, senza una spiegazione logica. O meglio, una spiegazione ci sarebbe ed è quella per cui i produttori da fonti convenzionali, e in particolare quelle a gas a ciclo combinato, stiano attraversando una situazione economica molto difficile perchè tra la stasi dei consumi e la concorrenza delle rinnovabili, il parco centrali italiane è incredibilmente sovradimensionato (con 78mila MW non ha mai superato i 57mila MW), e molte delle centrali a gas più nuove e efficienti lavorano per 2.500 ore medie all'anno invece delle 4-5mila previste per ripagare gli investimenti. Ma non si può accettare che per questi problemi delle aziende a pagare siano i consumatori. Occorre vigilare da parte degli Enti preposti su queste situazioni, e intervenire per garantire che la concorrenza contribuisca a ridurre i prezzi. In parallelo, si deve avere il coraggio di premiare le centrali convenzionali più efficienti in termini energetici e di emissioni di CO2 (ossia quelle a Gas, dove si potrebbe lavorare anche sulla riduzione del prezzo della materia prima differenziando gli approvvigionamenti) perchè è in questa direzione che si muovono le Direttive europee ed è qui che si possono ritrovare gli interessi generali alla tutela del clima, quelli dei cittadini e delle imprese più virtuose. 





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