Indagine GSE - 2 - AEF

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Nella classifica stilata da Mediobanca riguardante il giro di affari delle società italiane; il GSE si classifica per il secondo anno (2012 e 2013) la quarta maggiore azienda italiana, dopo ENI, EXOR-FIAT e ENEL.

FATTURATO
Il GSE nel 2013 ha un fatturato di 34,272.172 milione di euro e, a parte la holding finanziaria della famiglia Agnelli (EXOR-FIAT), in classifica il GSE ha davanti solo ENI e ENEL; a differenza, però, dei due colossi energetici nazionali, il GSE non produce nulla, nè ha alcuna interazione con il mercato. Vive e opera nel mondo, protetto da un fatturato garantito dallo Stato.

UTILE
Il gruppo chiude il bilancio di esercizio del 2013 con un utile di 14,381.956 milioni di euro.

DIPENDENTI
Il Gse è decisamente più piccola rispetto ai gruppi del podio, in quanto è costituito solo da 1.277 dipendenti, contro i 71.000 di Enel e 82.00 di Eni.

CAPITALE SOCIALE
Il capitale interamente versato è di 26,000,00 euro
 
EVOLUZIONE DEL VOLUME DELLE PRINCIPALI ATTIVITA'

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I RICAVI DEL GSE

Il Gestore Servizi Energetici (GSE) è sempre più efficiente. Le attività aumentano e i costi operativi scendono in proporzione agli incentivi erogati e alle entrate: già ora gli utili che garantisce all'azionista di riferimento sono sostanziosi. Con i nuovi fondi che arriveranno dalle modifiche introdotte dai nuovi decreti i ricavi saranno ancora più cospicui: milioni e milioni di euro presi dagli incentivi alle rinnovabili che, anziché essere usati per migliorare il sistema elettrico o aiutare la diffusione delle energie pulite, andranno a finire nelle casse dello Stato.

Si apprende infatti che l'ente nel 2011 ha generato un utile netto per l’azionista – il Ministero dell'Economia e delle Finanze - pari a 19 milioni di euro, con una redditività di oltre il 14%. Il costo di funzionamento della macchina, invece, è sceso in rapporto agli incentivi gestiti: è ora lo 0,7% su 11,2 miliardi di euro.

Un ottimo risultato, soprattutto perché, si vede dal rapporto, il GSE lo ha ottenuto migliorando le proprie prestazioni su molti aspetti come il numero di pratiche gestite per addetto, i maggiori controlli e i conseguenti risparmi sull'erogazione di incentivi non dovuti. Peccato però – dal punto di vista del mondo delle rinnovabili - che gli utili vadano a finire nelle casse del Ministero, anziché essere reinvestiti nella transizione che il sistema energetico dovrebbe affrontare. A maggior ragione perché questi utili, già ora più che dignitosi, promettono di schizzare presto verso l'alto.

Come sappiamo, infatti, stando agli schemi dei decreti su quinto conto energia fotovoltaico e per le altre rinnovabili elettriche, dall'entrata in vigore dei provvedimenti, i soggetti che accedono alle tariffe incentivanti saranno tenuti a corrispondere allo stesso GSE 0,1 centesimi di euro per ogni kWh per il FV e 0,2 centesimi/kWh per le altre rinnovabili elettriche. Questi “spiccioli”, stando ai calcoli fatti dall'Autorità per l'Energia, comporterebbero un ricavo complessivo per il GSE pari a circa 75-80 milioni di euro per l’anno 2013, e in crescita negli anni successivi. A fronte di costi complessivamente riconosciuti dall’Autorità in misura pari a circa 33 milioni di euro per l’anno 2011.
 



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