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Per quanto riguarda la determinazione se l'impianto comporta un aumento superiore del 15% della rendita catastale, per il proprietario è praticamente impossibile valutare da solo se il rapporto viene superato o no. Anche perchè è necessario partire dalla rendita di partenza che risulta diversa a seconda della categoria catastale, molte villette ad esempio, non sono iscritte in Catasto come A/7 (villini), ma come A/2 (abitazioni civili), e proprio per questo valgono meno agli occhi del fisco. In questi casi, arrivare all'obbligo di aggiornamento catastale potrebbe essere più facile. Al contrario, sulle abitazioni di recente costruzione (o dove la rendita catastale è stata aggiornata per grandi lavori di ristrutturazione) sarà più difficile che il valore dell'impianto fotovoltaico sul tetto incida per oltre il 15 per cento. in linea generale, comunque, possiamo dire che un impianto istallato su un edificio che ospita un attività produttiva o su un'abitazione molto difficilmente supera il 15% del valore catastale dell'immobile: su questi impianti dunque non si paga l'Imu, non fanno aumentare la rendita catastale e non si devono nemmeno dichiarare.Proviamo, nonostante tutto, a dare delle linea guida per il calcolo della rendita catastale, considerando impianti superiori a 3 KW. Esistono due possibilità:1. se potete risalire al valore d’acquisto del vostro impianto, la rendita si calcola con la seguente formula:Rendita Catastale Impianto = Costo Impianto X 0,75 X 0,5 X 2%2. se non potete risalire al valore d'acquisto del vostro impianto, la rendita si calcola assumendo un valore forfettario pari a 1.200 €/kWpRendita Catastale Impianto = 1200 X Potenza Impianto X 2%Una volta calcolata la rendita catastale in uno dei due modi di cui sopra, si deve confrontare con quella del fabbricato su cui è installato l’impianto. L’obbligo di variazione scatta se la rendita prodotta dall’impianto è maggiore del 15% rispetto a quella dell’immobile.Facciamo un ESEMPIO, così è più chiaro:Impianto da 5 kWp. Rendita catastale dell’immobile: 935 euro. Il limite per la variazione è 935 x 15% = 140,25 €.Caso 1): valore accertabile € 20000 x 0,75 x 0,5 x 2% = 150 €. In questo caso si dovrebbe fare la variazione catastale, perché € 150 > € 140,25.Caso 2): il valore non è accertabile, per cui si assume 1200 x 5 x 2% = 120 €. In questo caso la variazione NON é dovuta.Inoltre, qualora fosse dovuta la variazione, al catasto non hanno ancora le idee chiare. In linea di principio, la prassi attuale è che non vi sia l’obbligo di variare la rendita catastale per gli impianti domestici entro i 6 kWp, a prescindere.[image:image-1]In ogni caso, dalle simulazioni che abbiamo condotto finora, abbiamo capito che il limite scatta solo per impianti di potenza medio/alta, diciamo 5/6 kWp, salvo i casi di abitazioni con rendita catastale particolarmente bassa.