Newsletter febbraio 2021 - manutenzione - AEF

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E’ stata pubblicata sul finire del 2020 la nuova Norma CEI EN 62446-2 “Sistemi  fotovoltaici (FV) – Prescrizioni per le prove, la documentazione e la  manutenzione Parte 2: Sistemi collegati alla rete elettrica –  Manutenzione di sistemi fotovoltaici“, descrive i requisiti base,  raccomandazioni e prestazioni relativi alla manutenzione preventiva e  correttiva per gli impianti fotovoltaici collegati alla rete.
Le procedure di manutenzione indicate nel documento riguardano:
• manutenzione di base dei componenti del sistema e dei collegamenti per l’affidabilità, la sicurezza e la prevenzione incendi;
• provvedimenti per la manutenzione correttiva e la risoluzione dei problemi;
• sicurezza dei lavoratori.
La nuova Norma CEI EN 62446-2 tratta anche le attività di  manutenzione finalizzate alla massimizzazione delle prestazioni dei  sistemi FV come la  pulizia dei moduli e la cura della vegetazione. Sono riassunte  considerazioni specifiche per sistemi su tetto o a terra. Il documento  non tratta specificatamente i sistemi non collegati alla rete o sistemi  che comprendono batterie o altre tecnologie di immagazzinamento  dell’energia; tuttavia alcune attività manutentive possono comunque  essere applicate ai circuiti fotovoltaici di tali sistemi.
Gli obiettivi di questo documento sono:
• identificare una serie di attività manutentive che possono differire  in base al tipo di sistema (residenziale, commerciale, capacità), al  proprietario o ai requisiti di finanziamento;
• identificare ulteriori attività manutentive consigliate o facoltative;
• identificare i fattori da utilizzare per determinare gli intervalli di manutenzione più opportuni;
• assicurarsi che i metodi di diagnostica remota siano i più adeguati  per la verifica periodica, l’identificazione dei problemi e la  rilevazione precoce dei guasti.

Vediamo nello specifico cosa fare e quando:

Premesso che è consigliabile sempre e comunque avere un sistema di monitoraggio, e che in assenza di quello ogni tanto sia necessario almeno buttare un occhio all’inverter per vedere se sia acceso, ci siano spie rosse di allarme o segnali di errore, le cose principali da fare sarebbero la pulizia dei moduli e possibilmente un loro esame termografico. L’esame con termocamera, consente di verificare facilmente e rapidamente l’eventuale presenza di “punti caldi” o hot spot, che potrebbero non essere ben visibili ad occhio nudo. Lo hot spot si può verificare quando una cella della stringa produce una corrente molto più bassa delle altre. Tale problema può essere dovuto a cause ambientali, come il fatto che la cella sia in ombra o ricoperta da fogliame o deiezioni di uccelli. Oppure può dipendere da fattori interni alla stringa, come la rottura meccanica della cella, una difetto di saldatura, contatti difettosi, ecc.
Dal punto di vista della pulizia, col passare del tempo lo sporco che si deposita sui moduli, oltre a poter causare dei veri e propri hot spot, riduce comunque la trasparenza del modulo con possibile perdita di rendimento.
L’intensità dell’effetto dipende dall’opacità del residuo. Semplici patine di polvere che attutiscono l’intensità del sole in modo uniforme non sono troppo problematiche e la riduzione della potenza non è, in genere, significativa. In questi casi, l’azione dell’acqua piovana o anche della neve, che quando scivola verso il basso ha un’ottima azione pulente, sono adeguati a mantenere puliti i moduli. Il problema è più grave e può provocare effetti simili a quelli prodotti dalle ombre nel caso di residui industriali ed escrementi di uccelli. In questi casi l’azione dell’acqua piovana non è sufficiente. L’esame termografico andrebbe fatto almeno una volta l’anno, la frequenza delle opere di pulizia dipende, invece, dall’intensità del processo di imbrattamento e dall’inclinazione dei moduli: più il modulo è orizzontale e meno l’azione di pioggia o neve sarà in grado di asportare eventuali residui anche di lieve entità; l’ideale sarebbe pulirli una volta l’anno.


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